1 Settembre 2022

Rinascimento+ 2022

Riconoscimento internazionale al collezionismo e al mecenatismo
III edizione
23.09.22 H20.30
Firenze, Palazzo Vecchio

assegnato a

Marisa Chearavanont, Gianfranco D’Amato, Laura Mattioli, Fabrizio Moretti, Hussam Otaibi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo

A Firenze torna a risplendere la passione per il collezionismo di arte contemporanea. Nella città dei Medici, si rinnova RINASCIMENTO+, un riconoscimento internazionale arrivato quest’anno alla sua terza edizione che il Museo Novecento in collaborazione con MUS.E consegna a eminenti personalità del collezionismo e del mecenatismo per il loro sostegno all’arte e agli artisti. La cerimonia avrà luogo venerdì 23 settembre dalle ore 20:30 nel Salone dei Cinquecento in Palazzo Vecchio, alla presenza del Sindaco di Firenze Dario Nardella e della Vicesindaca e Assessora alla Cultura e al Turismo Alessia Bettini.

In questa terza edizione, il premio viene conferito a Marisa Chearavanont, Gianfranco D’Amato, Laura Mattioli, Fabrizio Moretti, Hussam Otaibi, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo per la visionarietà, generosità e dedizione con cui si sono prodigati nel tempo in varie forme di mecenatismo e nel collezionismo, al fine di incrementare benessere culturale, formazione e sperimentazione artistica. I premi verranno consegnati in occasione della cena di gala organizzata in collaborazione con BIAF – Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze, la mostra mercato più importante al mondo per l’arte antica italiana che, ogni due anni, porta a Firenze il meglio dell’antiquariato nazionale ed internazionale. Un’importante sinergia che quest’anno si aggiunge alla Florence Art Week.

Non c’è dubbio che Firenze sia stata la culla del collezionismo e del mecenatismo moderno, fenomeni culturali, sociali ed economici necessari all’evoluzione artistica occidentale e al successo di ogni avanguardia. Il Rinascimento, infatti, non si sarebbe affermato senza i Medici, i Sassetti, i Tornabuoni, i Gondi e i Rucellai, solo per citare alcuni dei più grandi sostenitori dell’arte e della cultura in quel tempo glorioso. “Un desiderio di bellezza – spiega Sergio Risaliti il direttore artistico del Museo Novecento – non pomposamente sfoggiato, ma coltivato ambiziosamente come fruttuoso e duraturo beneficio nell’orizzonte della gloria e della memoria future, e soprattutto come anelito alla trascendenza cercando di bilanciare il lato angoscioso e doloroso dell’esistenza terrena, il trauma della violenza e della malattia, che in quell’epoca erano all’ordine del giorno. Dalle passioni dei singoli illuminati, dal loro gusto, dai loro raffinati pensieri, sono nati i musei moderni, a partire dagli Uffizi. La dimensione del privato si è estesa a quella pubblica, per una condivisione allargata di un privilegio originariamente vissuto nella sfera privata”.

Da quell’epoca, Firenze ha esercitato un preciso mandato nei secoli, una funzione necessaria alla strutturazione del sistema dell’arte moderna. La città nei secoli è stata luogo del fare arte, della critica d’arte e dell’investimento in arte: una vocazione, quest’ultima, ininterrotta anche nell’Ottocento e nel Novecento, quando le grandi famiglie borghesi e industriali hanno perseverato in questa logica collezionando e investendo in bellezza e cultura. Firenze è sopravvissuta al suo glorioso passato come crocevia d’artisti, filosofi, poeti, architetti e poi di mecenati italiani e stranieri che nella città di Lorenzo Il Magnifico e di Botticelli hanno coltivato affari, relazioni diplomatiche, alleanze politiche ed economiche attratti tutti dall’aura del Rinascimento. Tra questi si ricordano Stefano Bardini, dal cui gusto e capacità imprenditoriale come mercante d’arte è scaturito quel gioiello museale che è il Museo Stefano Bardini. L’eclettico Frederick Stibbert e lo storico dell’arte Herbert Percy-Horne, le cui collezioni sono un pezzo importantissimo della storia fiorentina. Senza dimenticare il lascito effettuato dallo storico dell’arte Charles Alexander Loeser, con straordinarie opere del Rinascimento oggi conservate in Palazzo Vecchio.

Anche il Museo Novecento è testimone di questa passione per la bellezza e il suo perpetuarsi nelle epoche storiche. L’istituzione museale è nata grazie alla presenza in città di una straordinaria collezione privata donata nel 1970 al Comune di Firenze. La Raccolta Alberto Della Ragione – ricca di 200 opere dei maggiori esponenti dell’arte moderna italiana – rappresenta il vero e proprio pilastro del Museo Novecento. Questo patrimonio di opere d’arte è stato donato alla città all’indomani dell’alluvione del 1966, come ricorda Della Ragione, “quale frutto di una vita d’intensa passione e come un atto di adesione agli sforzi che si fanno per restituire alla città il ruolo di viva capitale dell’arte”. Un patrimonio ingente di sculture e dipinti, che è prova del gusto del collezionista capace di affacciarsi da profondo intenditore nel mondo dell’arte italiana della prima metà del Novecento, con una sua particolare inclinazione e logica critica. Nelle parole del collezionista si leggeva allora un preciso messaggio, valido ancora oggi: ricucire la distanza tra passato e presente, poter colmare lacune e contribuire a un ruolo di Firenze nella contemporaneità̀.

Sono queste le premesse storiche e critiche all’origine di RINASCIMENTO+. Parte allora dal Museo Novecento l’idea di questo premio internazionale che è anche un riconoscimento alla storia nobile del collezionismo e a un’idea del rinascimento come categoria aperta, come narrazione non compiuta definitivamente. Un omaggio alla continua trasformazione dei linguaggi creativi, all’amore per l’arte, alle passioni del collezionista.

RINASCIMENTO+ è stato ideato da Sergio Risaliti, direttore artistico del Museo Novecento, che nella selezione si è avvalso della collaborazione di Caroline Corbetta, curatrice d’arte contemporanea e giornalista culturale, Arabella Natalini direttrice del Museo degli Innocenti di Firenze e Paola Ugolini, curatrice indipendente.

Quest’anno, ai collezionisti e mecenati vincitori della terza edizione di RINASCIMENTO+ verrà consegnato un premio speciale, ideato dall’artista Emiliano Maggi (Roma, 1977), che ha realizzato sei sculture, esemplari unici, ciascuna dedicata a uno dei premiati. Sei versioni, plasmate nell’argilla, di una creatura nata dalla fantasia dell’artista e ispirata dalle figure della tardo-cinquecentesca Fontana del Nettuno in Piazza della Signoria. Un affascinante essere, reinterpretazione della figura mitologica del tritone, a metà tra umano e animale, femminile e maschile, che è anche protagonista di una performance, concepita e interpretata dall’artista, che si svolgerà al tramonto il 23 settembre 2022 sul tratto di Arno tra Palazzo Corsini e il Ponte Vecchio. Le serie di sei sculture in ceramica, con finitura sia lucida che opaca per acuirne l’ambiguità formale e la sensualità, che costituiscono gli altrettanti premi, è intitolata Water Spell, proprio come la performance sul fiume. Entrambi i progetti, tra i vari temi che in essi si stratificano ed ininterrottamente affiorano mutevoli, narrano del potere dell’acqua, elemento prezioso e terrificante che genera la vita e può distruggerla. Una convivenza antica tra uomo e natura fondata su un equilibrio delicato, e troppo spesso scordato, cui Maggi fa riferimento creando oggetti preziosi e performance rituali per tenere a bada la paura; strumenti per un incantesimo apotropaico che tenta una necessaria riconciliazione tra umano e naturale.