Quando e dove
Orario
11:00 – 18:00
Museo Novecento
Altre sedi
A due anni di distanza dal convegno Climate change and heritage, il Museo Novecento torna con un secondo appuntamento sui temi del cambiamento climatico e delle sue conseguenze sul patrimonio artistico. In questa occasione saranno esaminati casi di interventi pubblici.
Il convegno “Ecosofia. Cambiamento climatico e beni culturali: azioni e interventi” si terrà martedì 25 giugno, dalle 11:00 alle 18:00, presso la Sala d’Arme di Palazzo Vecchio. L’evento si lega all’inaugurazione del Giardino delle Leopoldine nel chiostro rinascimentale del Museo Novecento e all’apertura della mostra Siamo Natura dell’artista e attivista ambientale Haley Mellin.
Al centro della giornata ci saranno riflessioni e analisi su come la crisi climatica stia incidendo in modo diretto e crescente sulla conservazione dei beni culturali e sul paesaggio, e su quali strategie siano già state messe in campo da musei e istituzioni in ambito internazionale. Saranno esaminati: alcuni interventi realizzati in spazi pubblici, le precauzioni avviate in ambito museale e le contromisure adottate per affrontare eventi estremi come l’aumento delle temperature, il degrado accelerato dei materiali, l’obsolescenza delle tecniche e degli approcci ideologici o culturali alla conservazione e valorizzazione.
Le nostre città d’arte, le aree archeologiche, il patrimonio diffuso, i monumenti pubblici e il paesaggio stesso, comprese le nostre coste, sono “prese di mira” dal cambiamento climatico. Ma il nemico che attacca siamo noi.
Cosa possiamo anzi dobbiamo fare? Quale nuova scala di valori dovremmo adottare? Quale posizione e prospettiva, con cui guardiamo, concepiamo e ci relazioniamo all’altro da noi, deve radicalmente cambiare per far sì che l’antropocentrismo, che domina la scena da secoli, lasci spazio a una nuova idea di umanità? La scienza, d’altronde, ci aiuta. Le nuove scoperte ci indicano che tutto è connesso. Nuove cosmologie si affacciano, ripartendo dai primordi quando l’universo era percepito come organismo unico che funzionava in modo olistico.
“In effetti, la crisi ecologica rinvia a una crisi più generale del sociale, del politico e dell’esistenziale. Ciò che viene chiamato in causa qui è una sorta di rivoluzione delle mentalità affinché queste cessino di appoggiare un certo tipo di sviluppo, un produttivismo che ha perso ogni finalità umana. Quindi, lancinante, la domanda si ripropone: come modificare le mentalità, come reinventare delle pratiche sociali che ridiano all’umanità – se mai l’abbia avuto – un senso delle responsabilità non solamente rispetto alla propria sopravvivenza, ma anche per il futuro di tutta la vita su questo pianeta, quella delle specie animali e vegetali così come di quella delle specie incorporee, se così posso dire, come la musica, le arti, il cinema, il rapporto con il tempo, l’amore e la compassione per l’altro, il sentimento di fusione all’interno del cosmo?“ – Felix Guattari, “Che cos’è l’ecosofia?“
Per questo abbiamo bisogno di migliorare il nostro intuito ed evolvere ancora in sensibilità e generosità. Dobbiamo essere in grado di agire creativamente ed efficacemente senza pretendere di mantenere la nostra posizione di dominio e privilegio al centro del mondo.
Il programma del convegno prevede la partecipazione di voci autorevoli dal mondo istituzionale, scientifico e artistico: la Vicesindaca Paola Galgani, la Soprintendente Antonella Ranaldi, l’architetto Marco Casamonti, il professore Ferdinando Boero (Università di Napoli Federico II), il fondatore di Treedom Federico Garcea, l’artista Haley Mellin, con un contributo video che raccoglie testimonianze dai musei che hanno collaborato alle sue ricerche, il direttore di Manifattura Tabacchi Michelangelo Giombini, la politologa e naturalista Valeria Barbi, il botanico Antonio Perazzi, l’architetta paesaggista Matilde D’Oriano e l’artista Marco Giordano.
Accanto al patrimonio storico, saranno esaminati anche gli effetti dell’attività industriale sugli ambienti naturali e sulla biodiversità, messa a rischio da pratiche estrattive devastanti.
“L’idea su cui regge l’agricoltura moderna è la sostituzione di un input di produzione (i nutrienti del suolo) con un altro (i fertilizzanti industriali). La nostra domanda di cibo, acqua, legna, fibre vegetali, minerali, non meno delle dighe costruite per il rifornimento idrico e per produrre elettricità, distrugge la biodiversità in modo visibile anche a occhio nudo.” – Partha Dasgupta, “Il rapporto Dasgupta. La soluzione economica alle sfide del cambiamento climatico.”
Il convegno vuole promuovere un dialogo concreto tra arte, scienza e ambiente, per delineare nuovi modelli di conservazione e una visione olistica che metta in discussione la centralità dell’uomo e riconosca l’interconnessione profonda tra cultura e natura.
L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.