6 Ott 2023 – 3 Apr 2024

Namsal Siedlecki . Endo

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6Ottobre 2023

A

3Aprile 2024

Endo, o èndo, dal greco ἔνδον, è il primo elemento di parole usate in ambito scientifico e soprattutto medico con il significato di “dentro” o di “situato all’interno”.

La mostra personale di Namsal Siedlecki (1986, Greenfield, USA) si situa all’interno di quello che può essere considerato il ventre del Museo Novecento, l’ambiente centrale, un tempo deputato alla riflessione, alla lettura e alla meditazione, attorno a cui si sviluppa l’intero edificio. In questo luogo, interpretato metaforicamente come uno stomaco all’interno del quale la materia si disfa e si trasforma creando energia, l’artista espone alcune sculture poste in stretto dialogo tra loro, concepite come un’unica grande installazione.

La pratica artistica di Namsal Siedlecki indaga la natura processuale e trasformativa dei materiali. Le sue opere, che spesso uniscono la maestria artigianale alle più moderne tecnologie, sono concepite quasi sempre come oggetti in evoluzione, mai statici, che nel loro perpetuo ridefinirsi rendono omaggio alle infinite possibilità della forma e a un’idea di arte come materia viva, pulsante. Endo è un grande dispositivo scultoreo che nasce da queste suggestioni e si alimenta di riferimenti tanto all’alchimia, alla chimica e all’anatomia, quanto alla plastica dei maestri del Novecento, alla fascinazione per le macchine celibi e la robotica.

Il chiostro rinascimentale del Museo Novecento accoglie quattro elementi, o gruppi scultorei, realizzati con materiali e tecniche diverse, che coesistono e collaborano tra loro; quattro ‘stomaci’ che, se messi in funzione, agiscono come un unico corpo, distillando idealmente segmenti di immaginazione.

Namsal Siedlecki (1986, Greenfield, USA), vive e lavora a Seggiano, Italia. Negli ultimi anni ha esposto il proprio lavoro in numerose istituzioni tra le quali: MAXXI, Roma; Gamec, Bergamo; Palazzo Reale, Milano; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; American Academy in Rome, Roma; Villa Medici, Roma; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato; Magazzino for Italian Art, New York; 6th Moscow International Biennale for Young Art, Mosca; Fondazione Bevilacqua la Masa, Venezia; Musèe Bargoin, Clermont-Ferrand; Galeria Boavista, Lisbona; Cripta747, Torino.

Nel 2015 ha vinto il Cy Twombly Italian Affiliated Fellow in Visual Arts all’American Academy a Roma e nel 2019 il Club GAMeC Prize e il XX Premio Cairo. Nel 2022 è stato uno dei tre finalisti del Maxxi Bulgari Prize al Maxxi di Roma.

Si ringraziano tutte le istituzioni e le persone che hanno collaborato alla realizzazione della mostra

Opificio delle Pietre Dure, Henry Moore Foundation, British Institute, Guazzini Srl, La Rameria, Manifatture Sottosasso, Oltre l’officina, Magazzino, Renata Pintus, Stefania Agnoletti, Maria Baruffetti, Merj Nesi, Mattia Mercante, Edoardo Libralato, Agostino Menditto, Tommaso Tisot, Alessandro Masselli, Stefano Mulas, Naum Siedlecki, Michele dall’Orto, Gabriele Siedlecki, Maro Nishimoto.

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